Punto di incontro della Napoli colta Di fine 800 e inizio secolo, nella centralissima Piazza Trieste e Trento e Piazza Plebiscito, di fronte il palazzo Reale e il Teatro San Carlo, si trova il famoso Caffè Gambrinus.
Il nome Gambrinus deriva da quello di un leggendario re delle Fiandre che si presume sia l’inventore della birra.
Fu inaugurato il 12 maggio (giorno del mio compleanno :-)) del 1860.
Già nel 1860 in quel luogo al piano terra del palazzo della foresteria vi era il vecchio Gran Caffè (conosciuto anche con il nome Caffè delle sette porte), è nel 1890 che con la rinnovazione dei locali durata quasi sei mesi di lavori, ad opera dell’architetto Antonio Curri, il quale convoca per impreziosire gli ambienti più di quaranta tra i migliori artisti napoletani dell’epoca.
Don Mariano Vacca di certo non si limitò nell’impresa, e decoratori, stuccatori, pittori, tappezzieri, artisti del marmo, si alternarono in qui lunghi mesi.
Il 3 Novembre del 1890 finalmente i napoletani si poterono deliziare di questo nuovo salotto nel centro della città.
Altra meraviglia dell’epoca e che il nuovo Caffè Gambrinus poté godere degli effetti dell’illuminazione elettrica.
Cosi come nelle grandi capitale europee anche Napoli aveva il suo punto d’incontro, dove la Napoli bene, intellettuali, politici, artisti, professionisti e belle signore, si ritrovavano e li furono scritte alcune delle pagine della storia culturale e politica dell’epoca.
Nel 1938 fu chiuso dal regime perché fu ritenuto un luogo dove si riunissero gli antifascisti e fu riaperto solamente all’inizio degli anni 70.
Altra chiusura c’è stata il 6 novembre 2020 a causa delle restrizioni dettate dall’epidemia di Covid 19 e dalla crisi economica ed ha riaperto solamente l’8 febbraio 2021.
Molte delle canzoni classiche napoletane furono scritte tra quei tavolini,tra i suoi frequentatori sono da ricordare Gabriele D’Annunzio, durante il suo soggiorno a Napoli, che scrisse seduto al Gambrinus i versi della poesia “A Vucchella“,che fu poi musicata molte tempo dopo da Francesco Paolo Tosti. La canzone divenne un successo e fu anche molta amata dal grande Enrico Caruso che la incise nel 1919.
Personaggi del tempo che frequentarono quel foyer furono Oscar Wilde, Salvatore di Giacomo, Libero Bovio, Benedetto Croce, Matilde Serao, che nel 1892 inaugurò Il Mattino di Napoli.
Assolutamente consigliato provare è il pregiato Elisir Gambrinus, un liquore di vino Raboso Piave che va servito freddo d’estate e caldo d’inverno così come raccomanda la segreta ricetta tramandata fin dal 1847.