Il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova è una gemma architettonica e storica nel cuore di Napoli, un luogo che intreccia secoli di storia religiosa, artistica e culturale. Fondato nel 1279 per volere di Carlo d’Angiò, il complesso venne costruito in seguito al trasferimento dei frati francescani dal precedente convento, situato dove oggi sorge il Maschio Angioino.
Santa Maria la Nova è un autentico esempio di come Napoli sia stata un crocevia di culture e di stili architettonici diversi, che si sono stratificati nei secoli creando una complessità unica e affascinante.
Un bellissimo chiostro che era uno dei luoghi preferiti di Pino Daniele che abitava a casa delle zie da ragazzo nella piazzetta antistante il complesso.
Storia e Architettura
La chiesa originaria fu edificata in stile gotico, ma fu completamente ricostruita alla fine del XVI secolo in seguito a un terremoto devastante. Questa ricostruzione vide l’introduzione di elementi tardo-rinascimentali e barocchi, che ancora oggi caratterizzano l’aspetto del complesso.
L’interno della chiesa è un trionfo di decorazioni barocche: navate riccamente adornate, altari in marmo policromo e cappelle laterali impreziosite da opere d’arte di maestri come Luca Giordano e Francesco Solimena.
La Cappella di San Giacomo della Marca, in particolare, ospita una delle più straordinarie testimonianze della pittura napoletana del Seicento.
Il soffitto ligneo della navata centrale è un capolavoro, arricchito da tarsie e dipinti che rappresentano scene bibliche e santi francescani. Questo soffitto, dorato e intarsiato, è uno dei migliori esempi del Barocco napoletano. La chiesa ospita anche un elegante chiostro, che rappresenta una sintesi perfetta tra architettura, arte e natura. Il chiostro maggiore è un’oasi di tranquillità, ornato da affreschi del XVI secolo che raccontano storie legate alla vita di San Francesco d’Assisi, in uno stile che riflette l’incontro tra la tradizione religiosa e l’arte rinascimentale.
Il Complesso come Luogo di Cultura e Eventi
Oggi, il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova non è solo un luogo di culto, ma anche un centro culturale dinamico che ospita mostre, concerti e altri eventi culturali, diventando un punto di riferimento per la città di Napoli. La bellezza del complesso e la sua capacità di adattarsi a eventi moderni senza perdere il suo fascino storico lo rendono una location perfetta per manifestazioni culturali, artistiche e persino per eventi privati.
NapulETH: Un Evento di Innovazione nel Cuore della Storia
Dal 12 al 14 settembre, il Complesso di Santa Maria la Nova è stato il palcoscenico di NapulETH, il più importante evento del Sud Italia dedicato al Web3, alla blockchain e alle criptovalute.
A questo straordinario evento, a cui ho avuto il piacere di partecipare, si sono radunati imprenditori, influencer e appassionati del settore da tutto il mondo.
Tra le antiche mura del complesso, questi protagonisti dell’innovazione tecnologica hanno potuto non solo discutere del futuro della tecnologia blockchain, ma anche immergersi nella straordinaria bellezza storica e artistica di uno dei luoghi più suggestivi di Napoli.
La commistione tra storia e innovazione ha reso NapulETH un evento indimenticabile, capace di unire passato e futuro in un unico, suggestivo contesto.
Museo d’Arte Religiosa Contemporanea – ARCA
Allestito negli spazi del Complesso di S. Maria la Nova, nasce da un’idea dell’Associazione Oltre il Chiostro che, nell’arco della sua attività, ha avuto occasioni di scambio con testimoni dell’arte contemporanea, dai quali ha ricevuto le donazioni esposte.
L’iniziativa si pone come superamento del concetto classico di museo, sia per il tema delle opere esposte che per l’idea ad essa sottesa: rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa.
Il ruolo che si propone di svolgere l’ARCA, è di mediare la relazione che si instaura tra l’opera d’arte ed il visitatore che, percorrendo l’intera struttura, ha modo d’incontrare passato e presente.
In particolare si tratta di un percorso di visita dedicato alle testimonianze religiose dell’arte contemporanea dal 1949 al 2006, concepite da artisti di rilievo nazionale ed internazionale come: Robert Carroll, Arturo Casanova, Loredana Cerveglieri, Riccardo Dalisi, Stelio Di Bello, Renato Laffranchi, Christian Leperino, Francesco Lucrezi, Dino Migliorini, Serena Nono, Giani Pisani, Pietro e Rino Volpe, Carla Viparelli, Filippo Rossi, Gianfranco De Angelis, Rosa Panaro, Prisco De Vivo, Annamaria Bova, Italo Schirra, Aviero Bargagli, Aulo Pedicini, Andrea Pistolesi, Mauro Vaccai, Vincenzo Aulitto, Giorgio Longhin.
La visita è composta dai seguenti percorsi:
I PERCORSO
Ingresso: Samuele VANNI Piano ammezzato: Arturo CASANOVA I piano: Christian LEPERINO, Aulo PEDICINI III piano: Rosa PANARO, Andrea PISTOLESI, Francesco MANES
II PERCORSO
Corridoio del Chiostro: Gerardo DI FIORE, Dino MIGLIORINI, Italo SCHIRRA, Aviero BARGAGLI, Stelio DI BELLO, Mauro VACCAI, Vincenzo Dino PATRONI, Loredana CERVEGLIERI
III PERCORSO
Antiche Celle: Robert CARROLL, Stelio DI BELLO, Prisco DE VIVO, Renato LAFFRANCHI
IV PERCORSO
Zona giardino: Giuseppe BORRELLI, Vincenzo AULITTO, Carla VIPARELLI Sala Margherita Lama Caputo: Annamaria BOVA, Prisco DE VIVO, Serena NONO, Francesco LUCREZI, Gianfranco DE ANGELIS, Filippo ROSSI
V PERCORSO
Ingresso conventuale: Pietro VOLPE, Rino VOLPE, Francesco LUCREZI VI PERCORSO Chiostro: Alì HASSOUN, Giorgio LONGHIN, Riccardo DALISI
La tomba di Dracula a Napoli nel complesso di Santa Maria La Nova
Uno dei misteri più affascinanti che avvolge il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova riguarda la possibile presenza della tomba di Vlad III di Valacchia, meglio noto come Vlad l’Impalatore, figura storica che ha ispirato il celebre mito di Dracula.
Secondo alcune ipotesi, il famigerato conte potrebbe aver trovato riposo eterno proprio all’interno di una cappella del complesso napoletano. La teoria prende piede da alcuni studi che suggeriscono che Vlad III si sia recato a Napoli alla fine del XV secolo, dove sua figlia Maria, sposata con un nobile della Corte Aragonese, avrebbe potuto garantirgli protezione e anonimato, dopo un’esistenza turbolenta e segnata da innumerevoli conflitti contro l’Impero Ottomano.
La Cappella Turbolo, situata all’interno di Santa Maria la Nova, che è quella che vi mostro nel video, è il fulcro di questo enigma.
Nel 2014, alcuni ricercatori hanno scoperto un’iscrizione incisa su una lastra funeraria che ha attirato l’attenzione degli storici. Questa iscrizione, datata al XVI secolo, appare essere scritta in una lingua sconosciuta ma simile al greco antico, caratterizzata dalla ripetizione di simboli e parole che, per alcuni studiosi, contengono richiami al nome “Vlad”.
L’unica parola riconosciuta e ricorrente in questo misterioso testo è proprio “Vlad”, che ha alimentato ulteriormente le speculazioni sull’identità del personaggio sepolto.
L’ipotesi che la tomba appartenga al conte Vlad è sostenuta da alcuni dettagli che sembrano collegare la simbologia della cappella e i bassorilievi della lastra funeraria alla figura del leggendario principe dei Carpazi. Alcuni simboli sembrano rievocare l’iconografia della casata dei Drăculești, a cui Vlad III apparteneva, e i rilievi presentano figure di draghi e altri elementi che potrebbero rappresentare la sua storia di vita e le sue lotte contro i Turchi.
Sebbene non vi siano ancora prove definitive, questa teoria ha stimolato numerosi dibattiti accademici e incuriosito esperti e appassionati di tutto il mondo, rendendo il Complesso di Santa Maria la Nova non solo un luogo di grande valore storico e artistico, ma anche un suggestivo custode di un possibile enigma ancora irrisolto.
Fatto sta comunque che proprio accanto alla tomba c’è una statua quella che vedete alle mie spalle del conte Vlad regalata al complesso di Santa Maria La Nova dal governo rumeno, che quindi ha avallato questa ipotesi.
Questo mistero aggiunge un ulteriore livello di fascino al complesso, rendendolo non solo una meta di grande interesse per i cultori della storia e dell’arte, ma anche per coloro che sono affascinati da leggende e miti che trascendono i confini del tempo e dello spazio.