Circondate da un alone di mistero e tristezza, le chiese sconsacrate a Napoli rappresentano monumenti malinconici che, sono state in grado di conservare intatto il proprio fascino. Guardando queste maestose strutture, la mente viaggia attraverso le epoche, risvegliando echi di rituali antichi e preghiere sussurrate. L’architettura, sublime nella sua grandezza, si erge come un monumento immortale, custode silenzioso di una connessione passata tra il divino e l’umano.
Questi luoghi, un tempo santuari spirituali, si sono trasformati in teatri di storie umane intrecciate con le sfumature della storia e della cultura locale.
Le trasformazioni sono il sigillo del tempo, marchio di un adattamento costante alle mutevoli correnti della società. Osservando il passato, queste chiese svelano una metamorfosi, un viaggio intrapreso dalla spiritualità sacra a una dimensione profana, dove arte, cultura e innovazione si intrecciano in una danza eterna.
Ti invitiamo a prendere parte al nostro viaggio, tra le righe di quest’articolo, per scoprire le più belle e iconiche chiese sconsacrate a Napoli. Attraverso le arcate antiche, si svelano non solo le pietre, ma le anime di coloro che le hanno abitate. Sono testimoni silenziosi di segreti sepolti e di nuove vite che emergono dalle ceneri della devozione. In ogni angolo, si intravede il riflesso di una storia scolpita nelle pietre, una narrazione senza tempo fatta di trasformazioni e reinvenzioni.
Avvolte nella penombra dei loro navati, diventano portali del passato. Camminando tra gli altari silenziosi e le vetrate che filtrano la luce fioca, si apre una finestra su mondi dimenticati. In questo regno di ombre e memoria, il cuore delle città antiche batte ancora, eterno nella sua mutevole bellezza.
Napoli religiosa e profana
Napoli viene da chiamata da ormai tempi immemori città dalle cinquecento cupole, nome dovuto alle numerose chiese spalmate nelle varie strade e piazze del suo territorio.
Tantissime sono le chiese, le cupole e le cappelle, circa cinquecento per esser precisi, ma altrettanto numerosi sono tra questi i monumenti sconsacrati, all’incirca centocinquanta.
E questo aspetto non fa che rendere ancor meglio la caratteristica principale di Napoli, città delle contraddittorietà, in cui si trovano a coesistere sia il sacro che il profano, sia la venerazione che la scaramanzia: due facce della stessa medaglia.
Le chiese, le cappelle e le cupole sconsacrate fanno parte dei movimenti storico-artistici più vari: alcune abbracciano lo stile gotico, altre neoclassico, altre barocco e così via, costituendo un patrimonio artistico di valore incommensurabile.
Purtroppo, c’è da dire che la maggior parte di questi monumenti, considerati dai più profani se non addirittura maledetti, sono in disuso da decenni e decenni e vertono, in molti casi, in condizioni di degrado e devasto, abbandonati a loro stessi.
Cos’è una chiesa sconsacrata?
Nonostante aleggi un alone di negatività e mistero attorno alla figura della chiesa sconsacrata, c’è un mito da sfatare. Una chiesa o una struttura religiosa non vengono sconsacrate perché è accaduto qualcosa di brutto o disdicevole; spesso questi luoghi vengono chiusi al culto per svariati motivi: la popolazione in quel determinato luogo è diminuita, o aumentata e quindi si provvede a strutture che possano avere una capienza adatta; a volte vengono chiuse per l’incuria in cui l’edificio verte. Il procedimento di chiusura si può considerare ultimato una volta che dalla chiesa sono stati portati via tutti gli oggetti religiosi sacri, come ad esempio i calici, dipinti, il tabernacolo e quant’altro.
Più che parlare di sconsacrazione di un luogo prima religioso, sarebbe quindi corretto definire questi luoghi come chiusi al culto. La decisione di chiudere al culto una determinata chiesa, cappella o cupola spetta principalmente al vescovo.
Le principali chiese sconsacrate di Napoli
Come detto nei precedenti paragrafi, Napoli presenta sul territorio moltissime chiese e strutture sconsacrate, circa centocinquanta. In questo articolo ti presentiamo una lista delle principali strutture chiuse al culto che vale la pena visitare, anche se molte purtroppo solo dall’esterno.
Chiesa di Santa Maria Porta Coeli
Sicuramente tra le chiese più antiche, quella di Santa Maria Porta Coeli ha conosciuto uno dei declini più tristi. La chiesa si trova in pieno centro storico, per la precisione a Via San Paolo e di essa si possono trovare solo pochissime tracce. Costruita in raffinato stile gotico intorno al Trecento per volontà di una famiglia molto facoltosa napoletana, al giorno d’oggi questa chiesa è riconoscibile solo per la sua finestra monofora ogivale e per un’edicola sacra; la maggior parte delle decorazioni, di cui è rimasto davvero poco, è stata distrutta per far spazio ad attività commerciali.
Chiesa dell’Addolorata
La chiesa dell’Addolorata si trova in Via Posillipo, nei pressi dell’Ospizio Marino; costruita intorno alla metà dell’Ottocento, la chiesa è un esempio di architettura neoclassica, una novità all’epoca per Napoli, le cui chiese erano per la maggiore in stile Barocco.
La chiesa ha delle forti somiglianze alla Basilica di San Francesco di Paola, sita in Piazza del Plebiscito: l’esterno della chiesa è in marmo bianco e presenta anch’essa un timpano triangolare e le classiche colonne doriche.
Purtroppo, questa chiesa che un tempo è stata un vero e proprio capolavoro, oggi verte in condizioni davvero degradanti, tanto che si sta pensando di venderlo a privati per farle riacquistare un po’ dell’antico splendore.
Tempio della Gaiola
Il tempio della Gaiola è senz’altro uno dei monumenti più antichi del territorio campano. Costruito e fondato quando il cristianesimo non era ancora una religione, questo luogo ha infatti conosciuto per primi i riti pagani. Sito lungo la discesa della Gaiola, viste le sue condizioni disastrose, l’enorme flusso di turisti raramente si ferma ad osservare questo rudere, considerato ormai il fantasma dell’isola.
Eppure, un tempo, questo piccolo tempio aveva una grande storia da raccontare, ma intorno agli anni Cinquanta del Novecento, un prete decise che ormai non c’era più nulla da fare, visto che già all’epoca era malridotto e malandato.
Cappella Sansevero
Conosciuta anche come chiesa di Santa Maria della Pietà, la Cappella Sansevero è uno dei monumenti più famosi e prestigiosi di Napoli. Si trova nei pressi della piazza di San Domenico Maggiore ed è uno dei tanti esempi di stile Barocco napoletano presenti nella città.
Questa cappella è famosissima per ospitare tre dei capolavori artistici maggiori di Napoli, tutti voluti e richiesti dal principe di Sangro: il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, scultura in marmo particolarissima per il suo velo che si adagia perfettamente sul volto del Cristo ormai morto; la Pudicizia o Verità velata, di Antonio Corradini, scultura commissionatagli dal principe per commemorare la sua adorata madre defunta; infine il Disinganno, scultura commissionata a Francesco Queirolo per commemorare il padre del principe che è sempre stato assente durante la sua vita.
La prossima volta che ti troverai a percorrere gli intricati vicoli e le antiche strade partenopee, lascia che il tuo sguardo si perda tra le ombre degli edifici secolari. Presta attenzione a quei monumenti silenziosi, alle chiese sconsacrate a Napoli che si ergono come custodi di segreti immortali.
Queste opere architettoniche, avvolte in un fascino misterioso, sono molto più di semplici ammassi di pietre costruiti con maestria. Raccontano pagine di una storia scritta nei secoli, intrecciata con la trama della città stessa. Sono testimoni di epoche passate, di fedi mutate, di culture che si sono avvolte, sciolte e spezzate come fili di un antico arazzo.
Non dimenticarti di alzare lo sguardo e lascia che il mistero di queste chiese ti catturi.
Sono le anime di Napoli, silenziosamente sussurranti il racconto avvincente di una città che ha visto e vissuto un passato che non può essere dimenticato, perché è su di esso che si ergono le nostre radici. In ogni pietra, in ogni arco, si cela un frammento di storia che attende di essere riscoperto.