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Un portale a cura di Marco Ilardi

La notte di San Giovanni e i riti pagani a Napoli

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Il giorno più lungo e la notte più corta dell’anno hanno rappresentato fin dalla più remota antichità un periodo molto particolare, infatti in questo tempo in cui per alcuni giorni sembra che il sole sia fermo nel cielo, in quanto esso sembra manifestarsi sembra nello stesso punto, dava l’impressione di sostare nel cielo, questo tempo per l’antica tradizione magica e in seguito folkloristica era considerata la “porta degli uomini”, mentre il solstizio d’inverno era “la porta degli dei”.

La notte di San Giovanni è sicuramente di origine pagana, è infatti anche conosciuta come nit de les Bruixes (notte delle streghe), nit del Foc (notte del fuoco), e rappresenta quello che resta delle antiche feste precristiane in onore del sole.

In tuttA EUROPA  durante questo periodo magico era usanza festeggiare con i riti del fuoco o dell’acqua, entrambi simboli di purificazione, e cosi dai riti druidici della Francia  precristiane, dai Pirenei, alle popolazione Scandinave, anche nell’ antica Campania, era sentitamente festeggiata.

In molte tradizioni folkloristiche allora come ancotra oggi era consuetudine accendere grandi falò, come riti propiziatori e di fertilità, dove venivano purificati animali e uomini, auspicando così un maggior raccolto.

Per quanto riguarda ciò che acadeva in Campania, c’è da ricordare che proprio in quel periodo andavano raccolte le erbe che servivano per diversi preparati, infatti è questo il tempo perche molte piante officinalli sono maggiormente attive, basti ricordare la preparazione del Nocillo, in cui le noci vanno raccolte prorpio in questa notte.

Anche nella città di Napoli veniva festeggiata con particolare intensità questa notte, nello specifico era in uso il rituale di purificazione dell’acqua. il centro della festa era la zona del Carmine, dove sorge la chiesa di San Giovanni al Mare, che anticamente era quasi bagnata dal mare, in quanto tutta la zona era una spiaggia.

Da alcune cronache risalenti al 1400, si racconta che nella notte tra il 23 e il 214 giugno, era in uso per le donne e gli uomini dell’epoca festeggiare nei di torni della chiesa e tra  canti e balli, fare il bagno nudi sulla spiaggia davanti alla chiesa. Infatti la festa era anche chiamata “La Bona” in quanto ci si abbandonava ai balli (” mpertecata “e “ntrezzata “) e ai bagordi, la mattina del 24 ci si recava poi alla chiesa di San Gionanni a Teduccio, dove c’era l’usanza di far benedire i carri.

Tale doveva essere la sfrenatezza  e della festa, da indurre nel 1653 il viceré Garcia de Haro Sotomayor, conte di Castrillo a vietare sia i balli che l’usanza del bagno nudo in  comune, che per la sua promiscuità doveva dare molto fastidi

Lo scioglimento del chiummo

l 24 giugno, nella notte di San Giovanni, a Napoli avveniva il famoso scioglimento del “Chiummo” o piombo. Le donne erano solite sciogliere del piombo in un recipiente pieno d’acqua e lasciarlo a riposo per tutta la notte.

Il piombo fuso a contatto con l’acqua, nel suo indurirsi, assumeva forme inusuali e disparate. Il rito è detto di “molibdomanzia”, ovvero l’arte divinatoria di interpretare le figure formatesi dall’unione di questi elementi: il Piombo (metallo alchemico associato a Saturno) fuso con lo Stagno (metallo associato alla Luna) e riversato in Acqua (la preziosa rugiada raccolta di notte).

Si credeva infatti che il solidificarsi della sostanza avvenisse secondo leggi occulte e misteriose che avrebbero fatto assumere all’elemento, una forma che potesse essere associata con il mestiere svolto dal futuro marito della ragazza che sperimentava tale mistura.
Quindi ad esempio, poteva fuoriuscire una scarpa se il marito faceva il calzolaio, oppure un paio di forbici per chi era destinato a diventare un sarto, oppure un martello per un futuro fabbro, e così via.

Tale pratica pare fosse in uso anche in altre zone d’Italia al posto del piombo, veniva usato l’uovo. Collegata a questa misteriosa usanza è la Chiesa di San Giovanni a Mare, che è stata a lungo al centro di manifestazioni religiose al limite del profano; fino a che venne soppressa, restando l’ultima testimonianza di epoca normanna esistente a Napoli.
Il rituale alchemico originario è andato perso nel corso dei secoli, così come i suoi effetti misteriosi; ciò che resta oggi è un semplice gioco popolare ricco di fascino.

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