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Un portale a cura di Marco Ilardi

Pasquale De Stefano, l’ultimo numeraio di Napoli

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A Napoli, tra vicoli animati e mercati brulicanti di vita, esistono mestieri antichi che raccontano storie di tradizione e ingegno. Uno di questi è quello del “nummararo”, un artigiano capace di trasformare semplici targhette di prezzi in opere che portano con sé l’anima della città. Pasquale De Stefano, settant’anni, è l’ultimo erede di questa professione. La sua bottega, situata in Vicolo Finale nel Borgo Sant’Antonio Abate, ‘O Bùvero ‘e Sant’Antuono in napoletano, custodisce oltre cent’anni di storia familiare e artigianale. Qui, tra pennelli e colori vivaci, Pasquale continua a dare vita a un mestiere unico che rischia di scomparire.

L’arte del “nummararo” tra passato e futuro

sciò sciò cicciue di pasquale de stefanoIl mestiere del nummararo ha radici lontane, quando i cartelli dei prezzi, dipinti a mano, erano una presenza immancabile nei mercati della città. Pasquale De Stefano ha raccolto l’eredità di suo nonno e suo padre, adattando però la tradizione alle esigenze moderne. Se un tempo il passaparola era il mezzo principale per farsi conoscere, oggi Pasquale si affida ai social network: ha una pagina Facebook e un profilo Instagram dove pubblica i suoi lavori, ricevendo richieste da ogni parte d’Italia e persino dall’estero. I suoi cartelli decorano non solo mercati, ma anche ristoranti, pizzerie e case private, con citazioni di canzoni di Pino Daniele e celebri battute del cinema napoletano.

Questi cartelli non sono solo utili, ma anche estremamente decorativi. Le scritte colorate e vivaci attirano l’attenzione, rendendo ogni bancarella o locale un piccolo angolo di tradizione e scaramanzia napoletana.

La scelta dei colori non è casuale: ogni tonalità ha un significato, dai gialli accesi che evocano il sole e il calore, ai rossi che simboleggiano la passione e l’energia della città. I fruttivendoli napoletani, in particolare, fanno largo uso di questa numerologia colorata per rendere le loro bancarelle più invitanti e comunicative. La numerazione dipinta a mano non è solo un’espressione artistica, ma anche un modo per attirare clienti, offrendo un tocco personale e inconfondibile.

Un laboratorio che è diventato attrazione turistica

Negli ultimi anni, la bottega di Pasquale ha attirato l’attenzione dei turisti. Le guide portano regolarmente gruppi a osservare il processo creativo dietro i cartelli, trasformando il laboratorio in una tappa irrinunciabile per chi vuole scoprire il volto autentico di Napoli.

Molti visitatori si lasciano affascinare dal lavoro di Pasquale, commissionandogli targhette personalizzate che finiscono per viaggiare in tutto il mondo, diventando piccoli ambasciatori della cultura partenopea.

Pasquale racconta con orgoglio che la sua bottega è frequentata da famiglie, curiosi e appassionati di tradizioni. Spesso i turisti si divertono a osservare il suo lavoro e ad acquistare cartelli con scritte personalizzate, come proverbi napoletani o frasi divertenti, per portare con sé un pezzo di Napoli autentica.

Innovazione nella tradizione: il calendario napoletano

il calendario 2025 di pasquale de stefano numeraio napoletanoTra le novità introdotte da Pasquale c’è “’O calennario ‘e Napule”, un calendario da scrivania che richiama lo stile dei cartelli tradizionali, arricchito con i santi del giorno. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Amedeo Colella, napoletanologo e scrittore, è stata un successo. Tra gli acquirenti spicca una famiglia finlandese in vacanza a Napoli, segno di come il fascino della tradizione possa superare i confini locali.

Pasquale sottolinea che questo calendario rappresenta non solo un prodotto unico, ma anche un modo per mantenere viva l’eredità culturale della città. Ogni giorno, infatti, il calendario offre uno spunto per ricordare la ricchezza delle tradizioni napoletane, mescolando arte e devozione popolare.

La scomparsa degli antichi mestieri

Il mestiere del nummararo non è l’unico a rischio di estinzione. Napoli ha visto gradualmente scomparire figure emblematiche come l’acquafrescaio o il venditore “‘o brodo ‘e purpo”, sopravvissuti solo in pochi angoli della città.

Tradizioni come queste, insieme a figure come ‘o pazziariello e le sfilate di Piedigrotta, rischiano di svanire, portando via un pezzo dell’anima cittadina.

Un appello per salvare il patrimonio culturale

Pasquale De Stefano non è solo l’ultimo rappresentante di un mestiere, ma anche un simbolo di resistenza culturale. La sua attività rappresenta un monito sull’importanza di preservare le tradizioni napoletane. Sarebbe auspicabile un intervento delle istituzioni, magari attraverso progetti scolastici e laboratori che coinvolgano i maestri artigiani per tramandare questi saperi alle nuove generazioni.

Senza queste iniziative, Napoli rischia di diventare un’attrazione priva di identità, perdendo il suo spirito unico.

Conclusioni che parlano al cuore

Pasquale De Stefano, con la sua arte e la sua passione, non si limita a creare cartelli. Ogni sua opera è un tributo a Napoli e alla sua inesauribile capacità di reinventarsi senza mai dimenticare le proprie radici. La sua storia è un invito a riscoprire il valore delle tradizioni, a sostenerle e a farle vivere, perché il futuro di Napoli passa anche attraverso le mani e il cuore di chi, come Pasquale, non si arrende.

 

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