napoli misteriosa logo nuovo

Un portale a cura di Marco Ilardi

Me Pare ‘O Ciuccio ‘E Fechella! Origine e Significato di un Popolare Modo di Dire Napoletano

me pare o ciuccio e fechella
Di cosa parla questo articolo
Facebook
Twitter

Il modo di dire “Me pare ‘o ciuccio ‘e Fechella!” è una delle espressioni più divertenti e ironiche del dialetto napoletano, ancora oggi molto diffusa nell’area vesuviana.

Nato quasi un secolo fa, il detto è sopravvissuto al passare del tempo, attraversando generazioni e mantenendo la sua vivacità e il suo significato nel linguaggio quotidiano. Ma qual è il vero significato dietro questa espressione e in quali contesti nasce il suo utilizzo?

Il Significato di “‘O Ciuccio ‘E Fechella”

“‘O ciuccio ‘e Fechella” si riferisce a una persona cagionevole, spesso soggetta a malesseri e acciacchi che ne impediscono l’operatività. L’espressione viene usata per descrivere qualcuno che, a causa delle sue continue lamentele o delle condizioni di salute precarie, rappresenta un fastidio per amici e parenti, che devono occuparsi di parte o di tutto il suo lavoro.

In pratica tutte le persone che parlano sempre di propri guai o di malattie anche di poco valore si meritano come risposta “Me pare o ciuccio e fechella”

La Storia dietro al detto napoletano

Ma chi era Fechella e perché il suo asino è diventato protagonista di un modo di dire tanto noto? Fechella era il soprannome scherzoso di Domenico Ascione, noto come don Mimì, originario di Torre del Greco.

Tra il 1928 e il 1930, don Mimì utilizzava un vecchio somaro malconcio per trasportare derrate alimentari nella zona del Rione Luzzatti, un quartiere popolare di Napoli.

Il povero asino, ormai debilitato e carico di piaghe, rappresentava un simbolo di fatica e sfinimento. La sua schiena piegata e la coda marcita ne facevano un’immagine emblematica di stanchezza e resistenza.

Differenza tra l’Asino e la Persona

Il paragone tra l’”‘o ciuccio ‘e Fechella” e le persone a cui il detto viene riferito è significativo. Mentre l’asino, nonostante il carico e la sofferenza, continuava a lavorare senza lamentarsi, chi viene definito “‘o ciuccio ‘e Fechella” spesso si mostra lamentoso, abbattuto e incapace di affrontare le difficoltà con lo stesso spirito. È questa differenza a rendere l’espressione ironica e pungente, evidenziando la discrepanza tra il sacrificio silenzioso dell’animale e l’atteggiamento del soggetto umano.

Le Varianti del Detto

Nella tradizione popolare, il detto ha conosciuto anche varianti e interpretazioni curiose. Alcuni racconti attribuiscono al famoso asino una connessione con una figura femminile, identificata come una “Fichella”, piccolo fico, in riferimento alla debolezza fisica e al suo stato di salute precario.

Mia nonna ad esempio diceva me pare o ciuccio e zi’ fechella, quindi ci metteva all’interno anche la parola zio.

In ogni caso, il detto conserva la sua funzione di richiamare l’attenzione sulla fragilità e l’inadeguatezza del soggetto descritto.

Il Legame con il Calcio Napoli

storia del calcio napoli dal 1926 al terzo scudetto
storia del calcio napoli dal 1926 al terzo scudetto

Il detto “‘O ciuccio ‘e Fechella” è anche legato alla storia del Calcio Napoli. Nel 1927, a seguito di un campionato deludente, i tifosi più accaniti si riunivano al Bar Brasiliano, esprimendo il loro sconforto verso la squadra con l’espressione “sta squadra nosta me pare ‘o ciuccio ‘e Fechella: trentatré piaghe e ‘a coda fraceta”.

L’ironia della battuta portò a sostituire il cavallino rampante, simbolo originario del Napoli, con un asinello malridotto, che divenne la mascotte ufficiale della squadra, identificando un legame con il carattere combattivo e l’autoironia dei napoletani.

Conclusione

“Me pare ‘o ciuccio ‘e Fechella!” è molto più di un semplice modo di dire: rappresenta uno spaccato della cultura napoletana, un mix di ironia, resilienza e capacità di trasformare la sofferenza in qualcosa di raccontabile e condiviso.

Il suo uso resta vivo e testimonia la ricchezza della tradizione linguistica partenopea, capace di raccontare storie e significati che vanno oltre le semplici parole.

© RIPRODUZIONE VIETATA

È vietato che l’ articolo, se non in sua parte (non superiore al decimo), sia copiato in altro sito.
Per la citazione o riproduzione degli articoli e dei documenti pubblicati in questo sito, anche in caso di pubblicazione di un estratto parziale, è sempre obbligatoria l’indicazione della fonte e/o l’inserimento di un link diretto alla pagina di riferimento.

Altri articoli che potrebbero interessarti