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Le quattro giornate di Napoli storia della liberazione

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Le quattro giornate di Napoli riassunto dell’insurrezione popolare più famosa della seconda guerra mondiale

Le quattro giornate di Napoli storia della Seconda guerra mondiale Napoli.

Le quattro giornate di Napoli furono un’insurrezione popolare che, tra il 27 e il 30 settembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, permise alla popolazione civile e militare fedele al Regno del Sud di liberare la città di Napoli fascista fino a quel momento dall’occupazione delle forze tedesche della Wehrmacht.

Le Quattro Giornate di Napoli rappresentano un momento significativo nella storia della resistenza italiana durante la Seconda guerra mondiale, simboleggiando il coraggio e la determinazione del popolo napoletano nel difendere la propria libertà e autonomia.

Il contesto storico e le tappe fondamentali

Napoli era stata occupata dalle forze tedesche il 12 settembre 1943, a seguito dell’armistizio di Cassibile firmato dal governo italiano con gli Alleati il 3 settembre. La popolazione napoletana, già provata dai bombardamenti alleati e dai rastrellamenti dei tedeschi, era esasperata dall’occupazione. La Napoli antifascista decise di reagire.

Il 27 settembre 1943

La mattina del 27 settembre, un gruppo di marinai italiani, catturati dai tedeschi, fu fucilato al poligono di Fuorigrotta. La notizia della fucilazione si diffuse rapidamente in città e provocò una violenta reazione popolare.

Nel pomeriggio, una folla di civili e militari si radunò in piazza del Plebiscito e in piazza Dante, chiedendo la resa dei tedeschi. I soldati tedeschi aprirono il fuoco sulla folla, uccidendo e ferendo diverse persone.

  • Dopo l’annuncio dell’armistizio di Cassibile, che aveva dichiarato l’Italia fuori dalla guerra, i tedeschi cominciarono a occupare la città di Napoli.
  • La notizia dell’armistizio portò a una crescente insoddisfazione tra la popolazione napoletana, che vedeva la situazione come un tradimento degli alleati.
  • Iniziarono le prime proteste e sommosse popolari contro i tedeschi.

Il 28 settembre 1943

Nella mattinata del 28 settembre, i combattimenti si intensificarono. I tedeschi occuparono i punti strategici della città, tra cui il porto, la stazione ferroviaria e il Palazzo Reale.

Nel pomeriggio, i partigiani napoletani presero il controllo di alcune zone della città, tra cui il quartiere di Montecalvario. I combattimenti furono particolarmente violenti nel quartiere di Forcella, dove i tedeschi fecero un gran numero di vittime.

  • La resistenza popolare contro l’occupazione tedesca si intensificò. La popolazione napoletana, nonostante la mancanza di una guida organizzata, iniziò a organizzarsi in gruppi spontanei per resistere all’occupazione nemica.
  • Le prime sparatorie e scontri con le forze tedesche ebbero luogo in diverse parti della città.

Il 29 settembre 1943

Nella mattinata del 29 settembre, i combattimenti continuarono. I tedeschi tentarono di riprendere il controllo della città, ma furono respinti dai partigiani napoletani.

Nel pomeriggio, gli Alleati sbarcarono a Salerno, a circa 30 chilometri da Napoli. La notizia dello sbarco alleato diede nuovo slancio alla resistenza napoletana.

  • La resistenza continuò a guadagnare forza, con molti civili che aderirono alla lotta armata.
  • I combattimenti si intensificarono ulteriormente, con scontri violenti tra la popolazione napoletana e le truppe tedesche.
  • Le forze italiane, anche se formalmente disperse dopo l’armistizio, cominciarono a unirsi alla resistenza popolare e a prendere parte attiva alla lotta contro i tedeschi.

Il 30 settembre 1943

Nella mattinata del 30 settembre, i tedeschi, ormai circondati dai partigiani napoletani e dai soldati alleati, si ritirarono dalla città.

Nel pomeriggio, Napoli fu liberata. La popolazione festeggiò la liberazione con gioia e commozione.

  • La situazione raggiunse l’apice con scontri intensi in diverse parti della città. La resistenza napoletana mostrò grande coraggio e determinazione, infliggendo pesanti perdite ai tedeschi.
  • Alla fine della giornata, la popolazione riuscì a respingere le forze tedesche dalla città, ottenendo la liberazione di Napoli. Le Quattro Giornate di Napoli si conclusero con la vittoria della resistenza popolare.

Bilancio delle quattro giornate

Le quattro giornate di Napoli furono un evento di grande importanza storica. La liberazione di Napoli fu un simbolo di speranza per tutto il popolo italiano, che stava combattendo per la sua libertà.

I combattimenti delle quattro giornate costarono la vita a circa 500 civili e 150 partigiani. I tedeschi, invece, subirono circa 2.000 perdite.

Le quattro giornate di Napoli nella cultura popolare

gennarino capuozzo quattro giornate di napoliLe quattro giornate di Napoli sono state commemorate in numerosi film, libri e canzoni. Il film più famoso è “Le quattro giornate di Napoli” (1962), diretto da Nanni Loy, in cui tra le altre cose si parla anche della morte di Gennarino era settembre quando questo giovane apprendista napoletano morì nella battaglia di via Santa Teresa degli Scalzi, mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell’istituto delle Maestre Pie Filippini. Per questo suo atto di coraggio gli fu attribuita la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Una piazza a Napoli chiamata appunto Quattro Giornate che ha anche una stazione della metropolitana ricorda quest’avvenimento.

Altro simbolo che ricorda quell’avvenimento sono le pietre di inciampo che sono state deposte a Piazza Bovio.

Gennarino e morto canzone napoletana

La canzone “Gennarino è morto” è una canzone popolare napoletana che parla della morte di un giovane partigiano napoletano Gennaro Capuozzo durante le quattro giornate. La canzone è stata scritta da Mario Trevi e pubblicata nel 1963.

Il testo della canzone racconta la storia di Gennarino, un giovane partigiano che viene ucciso dai soldati tedeschi durante le quattro giornate di Napoli. Gennarino è un ragazzo semplice, ma coraggioso e idealista. È disposto a morire per la sua patria e per la sua libertà.

La canzone è un canto di dolore e di lutto per la morte di Gennarino, ma è anche un canto di speranza e di resistenza. Il testo della canzone ricorda che la lotta per la libertà è sempre un prezzo da pagare, ma che è un prezzo che vale la pena pagare.

Ecco il testo della canzone:

Gennarino è morto

Ecco il testo della canzone:

Gennarino è morto

Gennarino è morto e non torna più è morto per la patria e per la libertà

Era un ragazzo semplice ma coraggioso era un partigiano e combatteva per la libertà

I tedeschi lo hanno ucciso con una fucilata Gennarino è morto ma la sua lotta continua

La sua morte è un fiore che germoglia nel cuore di tutti i napoletani che lottano per la libertà

Il 27 settembre è una giornata di festa a Napoli, in ricordo della liberazione della città.

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