La vrenzola a Napoli è la versione femminile ro tamarro detto anche cuozzo.
E’ una donna piuttosto volgare che usa espressioni colorite nel parlare, solitamente di scarsa cultura, il cui unico scopo nella vita è mostrarsi agli altri nella maniera più appariscente possibile per essere più visibile delle sue rivali e colleghe vrenzole e conquistare quanti più fidanzati possibile ad ogni costo.
Quando un uomo piace alla vrenzola diventa il suo bersaglio e non si fa scrupolo di fare la prima mossa.
Una caratteristica che hanno in comune tutte le vrenzole è che hanno una altissima considerazione di se, si considerano bellissime e si permettono anche di chiamare vrenzole le altre persone.
La vrenzola non ama essere infastidita dagli uomini cui spesso replica con epiteti e con frasi della serie “scinneme a cuoll” scendimi da dosso, per dire non importunarmi.
La vrenzola spende tanto per vestirsi spesso comprando anche abiti griffati ma devono essere eccentrici altrimenti non le piacciono, della serie cose leopardate o fluorescenti.
Atteggiamenti tipici che ci consentono di riconoscere una vrenzola sono il masticare e far scoppiare continuamente chewing gum possibilmente big Babol per fare grossi palloncini, la musica neomelodica a tutto volume, il cantare le canzoni per strada, lo sculettare e far rumore coi tacchi altissimi.
Le vrenzole hanno un loro enclave composto da altre vrenzole di fiducia chiamate sorelle e si relazionano tra loro con epiteti come ammò teso’ e si fanno complimenti in continuazione.
Altra tipica conversazione tra vrenzole è parlare dei ragazzi che hanno abbordato la sera precedente o da cui sono state abbordate.
Personaggi molto semplici da intercettare per strada anche perchè parlano anche ad altissimo volume.