La Regia Camera della Sommaria è uno degli organismi più affascinanti e significativi della storia del Regno di Napoli. Creata nel 1450 da Alfonso d’Aragona, essa rappresentò uno degli snodi chiave dell’amministrazione del regno, con competenze specifiche in materia tributaria e una struttura istituzionale che si è evoluta in maniera straordinaria fino alla sua abolizione nel 1806. Questo organo, simbolo dell’ordine amministrativo e fiscale del Regno, fungeva sia da tribunale di revisione dei conti dello Stato, sia da corte per le dispute che oggi definiremmo di tipo amministrativo.
Inizialmente, la Sommaria si occupava della revisione di tutti i conti pubblici, incluse le università (ossia i comuni dell’epoca), sebbene quest’ultima funzione fosse esercitata solo su richiesta delle parti interessate. Allo stesso tempo, essa fungeva da tribunale per le questioni fiscali che coinvolgevano il regio fisco, le università e i feudatari. La sua funzione giudiziaria si estendeva quindi a tutte le cause in cui vi era un interesse finanziario del Regno, rendendola una sorta di precursore del contenzioso amministrativo moderno.
Un elemento centrale dell’evoluzione della Sommaria fu la decisione di Ferdinando I d’Aragona nel 1482 di trasformarla in un tribunale supremo, le cui sentenze divennero inappellabili. Questo rafforzò notevolmente il suo ruolo, rendendola un punto di riferimento fondamentale nelle controversie fiscali e amministrative del Regno di Napoli. Al vertice della Sommaria vi era il luogotenente, figura che rappresentava l’evoluzione della carica del Gran Camerario, inizialmente il massimo responsabile dell’istituzione ma poi trasformato in una carica puramente onorifica.
La struttura della Sommaria era particolarmente articolata e comprendeva numerosi funzionari tra cui commissari, avvocati fiscali, procuratori e scrivani, ognuno dei quali aveva compiti specifici all’interno di un’organizzazione complessa ma estremamente funzionale. Nel corso del tempo, l’espansione delle competenze e delle attività della Sommaria portò alla creazione di più “ruote” o sezioni, ciascuna delle quali si occupava di specifici settori: dai conti pubblici alle imposte, fino alle questioni catastali delle università.
Uno degli aspetti più interessanti della Regia Camera della Sommaria è il suo archivio, che rappresenta una testimonianza straordinaria della vastità e della complessità dell’amministrazione del Regno. Questo archivio, suddiviso in diverse sezioni, includeva i registri degli atti amministrativi, i privilegi feudali, le notificazioni dei debiti, le assegnazioni del debito pubblico e molto altro. Tale documentazione è ancora oggi fondamentale per la ricostruzione della storia economica e sociale del Sud Italia durante l’antico regime.
Tra le diverse sezioni dell’archivio della Sommaria, particolarmente importante era l’Archivio del Cedolario, che raccoglieva informazioni sulle imposte dovute dai feudatari, e l’Archivio del Patrimonio dei Fiscali e degli Arrendamenti, che documentava le assegnazioni delle entrate dello Stato ai suoi creditori.
La complessità dell’archivio rifletteva la natura onnicomprensiva della Sommaria, che non solo esercitava funzioni giurisdizionali e amministrative, ma forniva anche consulenze al governo in materia fiscale e finanziaria, come testimoniano le numerose “consulte” conservate tra i suoi atti.
Purtroppo, il patrimonio documentario della Sommaria fu danneggiato più volte nel corso della storia, tra cui durante la cosiddetta “congiura del Principe di Macchia” nel 1701 e successivamente nel corso degli eventi bellici del 1943.
Nonostante questi eventi, l’archivio rappresenta ancora una fonte imprescindibile per gli studiosi della storia del Regno di Napoli, grazie alla sua enorme mole di documenti che coprono un arco temporale che va dal 1386 al 1819.
In conclusione, la Regia Camera della Sommaria non fu solo un organo di controllo contabile e fiscale, ma rappresentò un vero e proprio pilastro dell’amministrazione del Regno di Napoli. La sua storia è emblematica del complesso sistema di governance che caratterizzò il Mezzogiorno d’Italia durante l’antico regime, e il suo archivio costituisce ancora oggi una delle più importanti testimonianze della vita amministrativa, economica e sociale di un’epoca.
Il lavoro della Sommaria e le sue decisioni furono determinanti per il funzionamento dello Stato, lasciando un’eredità profonda che è possibile riscoprire attraverso lo studio delle sue carte, custodite nell’Archivio di Stato di Napoli.