La leggenda di Vesuvio e Capri è un altro di quei racconti d’amore tormentati che spiegano questa volta la nascita e la presenza del vulcano Vesuvio nel Golfo di Napoli e dell’isola di Capri coi suoi faraglioni.
La storia è raccontata nel libro di Matilde Serao Leggende Napoletane del 1891, fonte di ispirazione di tanti dei nostri racconti.
Questa è la storia di due ragazzi uno forte ed impetuoso, un ragazzo dall’animo irascibile chiamato Vesuvio, cui faceva da contraltare la sua dolce metà Capri, una ragazza mite dolce e gentile.
Malgrado avessero caratteri diametralmente opposti i due giovani si amavano tanto fino al punto che Vesuvio chiese un giorno a Capri di sposarla.
Quando però Capri raggiante tornò a casa e raccontò ai genitori della proposta di Vesuvio, questi si arrabbiarono e dissero che mai e poi mai avrebbero acconsentito al matrimonio della propria figlia con quel giovane maleducato ed arrogante.
Le due casate alle quali appartenevano i due ragazzi, erano infatti da anni acerrime nemiche: una storia simile a quella dei Montecchi e Capuleti di Romeo e Giulietta.
Per evitare che i due giovani potessero sposarsi allora decisero di mandare Capri a vivere altrove, nella zona di Sorrento.
Un giorno presa dalla nostalgia e dalla depressione, Capri si lanciò dalla barca che la portava via nei pressi di Punta Campanella e nel punto in cui annegò nacque l’isola di Capri.
Lui appena seppe della morte di Capri fuggì disperato e pieno di rabbia sulle colline nella zona di Somma e cominciò ad adirarsi talmente tanto che dai suoi occhi e dalla sua bocca cominciarono ad uscire vampate di fuoco, si incendiò e diventò grosso come una montagna assumendo le sembianze del vulcano Vesuvio.
Si pensa che ogni giorno Vesuvio guardi in direzione di Capri scorgendo da lontano la sua bella sapendo di non poterla più abbracciare e che la lava che ogni tanto esce dal cratere nel corso dei secoli sia parte delle sue lacrime quando è particolarmente preso dalla nostalgia.