Un leggenda narra che nel ‘600 vivesse nella zona di Chiaiano un ricco barone, alcuni lo accostano ad un barone realmente esistito, un certo Girolamo Sarnelli, originario di Bracigliano, che si stabilì a Chiaiano ove si stabilì perché la zona, ricca di castagneti e di cacciagione, dopo un lungo peregrinare gli ricordava la sua terra natia.
In quel periodo imperversava a Napoli l’epidemia della peste ed il barone della nostra storia era preoccupato per la sua sorte ma soprattutto per la sorte dei suoi averi cui era molto legato.
Incaricò allora alcuni mercenari di scavare nel tufo giallo un cunicolo, che da Chiaiano arrivasse fino a Napoli, in cui rifugiarsi e nascondere tutti i suoi averi.
Una volta pronta l’opera, chiese agli operai di murarlo all’interno con una grossa scorta di viveri e di riaprirlo quando fosse cessata l’epidemia.
Il territorio di Chiaiano si prestava bene per un opera del genere in quanto era oltre che pieno di cave di tufo giallo fin dall’antichità, ed era protetto anche da una folta boscaglia chiamata la Severa, piena di vegetazione lussureggiante, che poteva facilmente nascondere l’ingresso di un cunicolo.
Qualcuno dice che il cunicolo fosse in realtà un antico acquedotto romano il cui ingresso fosse stato fortunosamente trovato dal barone sotto il pavimento di casa sua.
Questa leggenda è piuttosto conosciuta nella zona di Chiaiano, si dice addirittura che Selva di Chiaiano sia stata setacciata da cima a fondo per cercare il tesoro del barone e forse lo stesso barone sepolto per sempre con lui, ma dell’ingresso del cunicolo neanche l’ombra.
Può darsi chissà che in futuri scavi come quelli di Pompei questo tesoro emerga in tutta la sua magnificenza da qualche vecchio cunicolo, ma per il momento resta solamente una leggenda metropolitana.
Ad ogni modo non c’è alcuna prova che si trattasse del barone Sarnelli, i cui eredi tra l’altro vivono attualmente a Chiaiano.