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Un portale a cura di Marco Ilardi

Il mistero dei cimmeri e la famiglia Cimmino

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Alcune leggende napoletane ,attribuiscono la realizzazione delle diffusissime e gigantesche cavità del sottosuolo napoletano a degli esseri di dimensioni straordinarie , che popolavano il sottosuolo di Napoli fino a Cuma.
Tutto il sottosuolo di Napoli è un intricato groviglio di grotte enormi , tunnel lunghissimi , catacombe , pozzi , luoghi di culto, quasi un negativo della città soprastante.
Tutto ebbe inizio secondo antiche leggende con la venuta a Napoli di un popolo nomade proveniente dalla Scizia ,l’attuale Russia meridionale.
Già descritti da Omero nell’XI libro dell‘Odissea. Questi migrarono dall’ altipiano Iranico verso il Caucaso e poi scacciati dagli Sciti ,verso la Crimea (da cui pare prese il nome questa penisola).
In realtà non si conosce bene la datazione della loro probabile venuta nel golfo Campano, ma citando alcuni storici dell’antichità (Strabone ,Eforo, Cicerone , Plinio il Vecchio ) essi vivevano tra il lago d’Averno e Baia.

Secondo Silio Italico le loro case erano spaventevoli ed infernali per il loro offuscamento e folte caligeni , per le pallidi ombre , per la profonda ed eterna notte che vi regnava.
Infatti i Cimmeri stando a quanto raccontano le leggende , si erano rifugiati nel sottosuolo per ripararsi dalla forza distruttrice del Vesuvio, che temevano in modo reverenziale.

Erano stati loro a scavare in profondità le prime grotte di Napoli , e furono sempre loro, nel tempo a impadronirsi del monopolio del tufo, e del piperno, due materiali diffusissimi nel sottosuolo di Napoli e dintorni.
Questo popolo ha alimentato molte fantasie su di loro grazie anche al contributo di molti autori, creando cosi nel tempo un vero alone di mistero.
Citando Strabone : i Cimmeri vivevano tra il lago d’Averno e Baia le loro case erano collegate da strade scavate nel sottosuolo collegate a un tempio.

Molti erano gli stranieri che si recavano a visitarli , essi venivano accolti nelle loro abitazioni per poi essere accompagnati ad interrogare l’oracolo dei morti.
Erano infatti considerati i custodi dell’oltretomba ,guardiani e detentori di antichissimi conoscenze di origine divina dei culti della Terra, Diodoro Siculo affermava che dal loro villaggio si poteva raggiungere l’oracolo dei morti.

Ci conferma anche lo storico Nevio ,che in una grotta simile a quella della Sibilla di Cuma, sul lago d’Averno viveva la Sibilla Cimmeria.
Tornado a tempi piu’ recenti abbiamo la testimonianza di Giovanni Pontano, che nel “De bello Neapolitano“ ci dice che a Napoli esisteva un quartieri dei Cimmeri , e che una delle uscite dei loro cunicoli sotterranei erano vicino alla chiesa di Sant’Agostino della Zecca nei cui pressi guarda un po’ vi è oggi una via dei Cimbri, e ancora nel 1623 scriveva Don Cesare d’Engenio Caracciolo, scrive in Napoli Sacra , “una delle chiese piu’ antiche della città, quella di santa Maria di Portanova, era chiamata -a Cimmino per la presenza nella zona di -tal nazione Cimmeria-.
Dando uno sguardo ad alcuni cognomi napoletani molto diffusi, in particolare “Cimmino” , salta subito all’occhio e alla mente una possibile derivazione dall’antico popolo , custodi dell’antica Neapolisotterranea.

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