Nella città di Napoli non c’è una strada che non celi un mistero ed il vecchio tribunale di Napoli non fa eccezione.
Non è raro aver sentito parlare dell’ombra bianca di Giuditta Guastamacchia, il “fantasma degli avvocati”, sanguinaria assassina salita sulla forca il 19 aprile 1800, che appare nei corridoi di Castel Capuano, quello che una volta era la sede della Gran Corte della Vicaria, conosciuta per questo come l’Impiccata della Vicaria.
Giuditta era stata condannata all’impiccagione per un efferato crimine di cui si era macchiata, dopo l’esecuzione vennero appese alle mura della Vicaria, dietro i graticci di ferro, secondo la legge, la sua testa e le mani.
Aveva avuto una tresca con un sacerdote sposandone il nipote per copertura e poi lo strangolò senza alcun motivo con la complicità del prete e di un amico barbiere.
Il suo teschio è attualmente conservato al Museo Anatomico di Napoli dove è stato studiato da esperti di fisiognomica criminale.