Oggi parliamo dei friarielli la verdura regina della cucina partenopea. Se c’è un elemento che rappresenta perfettamente la tradizione gastronomica partenopea è il friariello. Tipico della Campania e amatissimo in tutta Italia, il friariello è una varietà di broccolo (Brassica rapa subsp. sylvestris) conosciuta per il suo sapore leggermente amarognolo e la sua consistenza unica che conquista il palato.
Un aneddoto divertente sui friarielli mi capitò una decina di anni fa quando andai in campeggio a Lecce e conobbi dei ragazzi di Verona. Vennero a trovarmi a Napoli e non avevano idea di cosa fossero i friarielli. Morale della favola mangiarono friarielli per tre giorni e portarono dei fasci con loro a casa.
Ma come mai è così famoso e, soprattutto, cosa lo rende così speciale?
Come si chiamano i friarielli in italiano?
In italiano i friarielli sono spesso indicati come “broccoletti” o “cime di rapa”, anche se è importante specificare che c’è una differenza sostanziale con quest’ultime. Ma cosa li distingue esattamente?
Che differenza c’è tra i friarielli e le cime di rapa?
Sebbene le cime di rapa e i friarielli appartengano alla stessa famiglia botanica, le due piante hanno differenze nel sapore e nella struttura. I friarielli sono caratterizzati da foglie più larghe e meno infiorescenze rispetto alle cime di rapa, risultando in un gusto più deciso e amarognolo. Le cime di rapa, invece, hanno fiori più prominenti e un gusto più delicato.
Che erba sono i friarielli?
I friarielli appartengono alla famiglia delle crucifere (Brassicaceae) e sono una varietà della specie Brassica rapa. Questo li rende parte della grande famiglia di ortaggi che include cavoli, broccoli e ravanelli. Tipici della Campania, sono riconosciuti come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.).
Che benefici hanno i friarielli?
Qualcuno si chiede: i friarielli fanno bene? La risposta è sì, poiché sono ricchi di vitamine e minerali essenziali come la vitamina A, C e K, oltre a contenere antiossidanti e sostanze con proprietà antinfiammatorie.
Il loro contenuto di fibre, inoltre, favorisce la regolarità intestinale e contribuisce al benessere del sistema digestivo. I friarielli, essendo una varietà di crucifere, apportano composti noti per il loro potenziale nel ridurre il rischio di alcune malattie, inclusi certi tipi di tumori.
Tuttavia, ci si potrebbe chiedere: i friarielli fanno male al fegato? Nelle persone sane, non ci sono controindicazioni particolari, ma chi ha problemi epatici o soffre di insufficienza epatica dovrebbe consumarli con moderazione, poiché il loro contenuto di fibre e composti attivi può richiedere una maggiore attenzione nel metabolismo. Infine, c’è chi teme che i friarielli facciano ingrassare.
In realtà, sono poco calorici e, anzi, grazie al loro alto contenuto di fibre, possono favorire il senso di sazietà, aiutando a controllare l’appetito.
Tuttavia, bisogna fare attenzione al metodo di preparazione: se soffritti con abbondante olio, il piatto diventa decisamente più calorico, quindi la moderazione nell’uso dei condimenti è fondamentale per mantenere il pasto leggero e salutare.
Che differenza c’è tra i friarielli e i broccoli?
Un’altra confusione comune riguarda la distinzione tra friarielli e broccoli. Mentre i broccoli sono una varietà di Brassica oleracea e si distinguono per le loro infiorescenze compatte e ricche di clorofilla, i friarielli appartengono a un’altra specie e presentano foglie e infiorescenze più esili.
In cucina, i broccoli hanno un sapore meno amaro e una consistenza più carnosa rispetto ai friarielli.
Mi raccomando non chiamate i friarielli broccoli in presenza di un napoletano.
Chi non può mangiare i friarielli?
Pur essendo ricchi di nutrienti, i friarielli non sono consigliati per chi soffre di problemi di tiroide, in quanto, come altre crucifere, contengono goitrogeni che possono interferire con la funzionalità tiroidea se consumati in eccesso. Inoltre, chi soffre di problemi gastrointestinali può trovare difficoltà a digerirli, soprattutto se consumati crudi o in grandi quantità.
Etimologia del nome
Ma da dove deriva il termine “friariello”? Secondo alcune teorie, il nome potrebbe derivare dallo spagnolo “frio-grelos”, che significa “broccoletti invernali”, mentre un’altra scuola di pensiero lo lega al verbo napoletano “frìjere” (friggere), a testimonianza del metodo di cottura tradizionale con olio, aglio e peperoncino.
Uso in cucina: Come si mangiano i friarielli?
I friarielli si preparano generalmente soffritti in olio extravergine d’oliva con aglio e peperoncino. Questo metodo esalta il loro sapore amarognolo, rendendoli il contorno ideale per la salsiccia napoletana, con cui formano un connubio indissolubile. Salsiccia e friarielli sono come Dante e Beatrice, Romeo e Giulietta.
Li troviamo anche nelle pizze, come il celebre calzone ripieno di salsiccia e friarielli, o nella classica pizza con salsiccia e friarielli.
C’è una sola pizza che a Napoli tiene il passo della margherita in cima alle classifiche di preferenza ed è la salsicce e friarielli, che molti conoscono come “carrettiera“.
Altro utilizzo sono nel sugo ai friarielli, il pesto ai friarielli e pure in una variante del casatiello come quello che produce la ditta Casatiè a Sant’Arpino, buonissimo.
L’abbinamento con il pane caldo, invece, dà vita a uno dei “cibi da strada” più amati: il panino con salsiccia e friarielli nel cuzzetiello è patrimonio dell’Unesco.
Zona di Produzione
La produzione di friarielli è prevalentemente concentrata nelle aree interne della Campania, con epicentri a nord-est di Napoli, in comuni come Volla, Acerra, Afragola e Casoria.
Questa coltivazione storica ha radici profonde e un legame con la terra che la rende un simbolo della tradizione agricola locale.
In particolare si dice che il Vomero quando era tutta campagna fosse una zona molto ricca di coltivazioni di friarielli.
Con queste spiegazioni, speriamo di averti accompagnato in un viaggio nel sapore unico dei friarielli.
Li hai mai provati con la salsiccia o su una pizza fumante?
Qual è il tuo modo preferito di gustarli? Facci sapere, e soprattutto… buon appetito!