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Un portale a cura di Marco Ilardi

Ciccibacco: personaggio storico del presepe napoletano

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Il bambinello, Giuseppe, Maria, il bue e l’asinello. Sì, è vero: questi sono i personaggi principali del presepe ma in quello napoletano c’è un altro personaggio che non può mai mancare: Ciccibacco. Di qualsiasi forma e di qualsiasi grandezza, classico o moderno, con statuette o vere e proprie persone, il presepe è una delle tradizioni più importanti a Napoli.

In quest’articolo scoprirai la storia e le usanze che si celano dietro il culto del presepe e alcuni tra i suoi personaggi più rappresentati – in particolare Ciccibacco – riprodotti e onnipresenti nella tradizione presepiale napoletana.

Chi è Ciccibacco?

Nel panorama del presepe, spicca un personaggio dalla corporatura imponente e le guance arrossate, che di solito compare di fronte alla cantina con una bottiglia in mano o è ritratto seduto su una carretta carica di barili di vino, circondato da un seguito di uomini vestiti con pelli di capra, i quali, con zampogne e pifferi, scandiscono ritmi orgiastici che evocano l’essenza dionisiaca. Talvolta viene rappresentato semplicemente seduto su questi barili, intento a bere. La disposizione delle due grotte nel presepe non è casuale, ma simboleggia la stretta connessione tra il sacro e il profano, e la sottile linea che li divide, rappresentando l’eterna lotta tra il bene e il male. Questa tendenza a mescolare queste due realtà opposte emerse alla fine del XVII secolo, con l’intento di rappresentare la venuta di Gesù proprio nella vita quotidiana dei poveri e degli emarginati. Si scelse quindi di raffigurare pastori dall’aspetto umile, impoverito, spesso ubriachi, insomma tutti coloro che facevano parte del tessuto sociale dell’epoca. È per questo motivo che il personaggio in questione trova la sua collocazione all’interno della narrazione presepiale.

Non possiamo che riferirci a Ciccibacco: con immancabili guance e naso ciliegini, vende vino e va di bottega in bottega premiandosi ad ogni vendita con un bicchiere di vino avanzante dalla botte. Indifferente a ciò che gli accade intorno, questo personaggio tipico del presepe napoletano ha soltanto due fini nella vita, che persegue con costanza e metodo: vendere e bere vino.

L’osteria è sempre posta di fianco la grotta della santa famiglia per creare una antitesi perfetta con la sacralità del presepe stesso.
La scelta di accostare luoghi così dissimili tra loro non è quindi una coincidenza, perché si vuole far riflettere su quanto sia sottile e labile la linea che passa tra il sacro ed il profano, tra l’oscurità e la luce, tra la speranza e la rassegnazione, tra il Bene e il Male.

Questo aggiunge un significato più profondo alla venuta di Gesù sulla terra. Secondo la leggenda, infatti, la sua nascita illuminerà le menti degli emarginati e di coloro che vivono nel peccato. Non è un caso che uno dei simboli che Gesù istituirà per l’eucaristia sarà il vino, che diventerà un mezzo di purificazione insieme al pane.

Presepe napoletano: perché è famoso in tutto il mondo?

Sono poche le tradizioni napoletane a non essere state conosciute e a non essere arrivate oltreoceano, ma l’arte del presepe non è tra queste. Il presepe non nasce a Napoli, ma è a Napoli che nasce il presepe moderno e tradizionale, che meglio rappresenta la venuta di Gesù tra gli uomini comuni. Ed è proprio questa rappresentazione così verosimile e attenta ai particolari, ad aver attirato l’attenzione di stranieri che ogni anno, in qualsiasi periodo, visitano la celebre via dei presepi: San Gregorio Armeno.

La nascita di una tradizione

Il presepe napoletano offre uno sguardo affascinante sulla vita a Napoli durante il XVI e il XVII secolo, attraverso le sue dettagliate scene. Questa rappresentazione artistica trasporta gli osservatori in un viaggio nel tempo, immergendoli nella vita quotidiana, nella cultura e nella società dell’epoca. Nei presepi napoletani, si possono osservare le caratteristiche architettoniche delle strade e dei vicoli della Napoli rinascimentale e barocca, con edifici imponenti, chiese maestose e mercati affollati. Le figure che popolano queste scene includono artigiani, mercanti, nobili e mendicanti, tutti abbigliati con abiti che riflettono il loro status sociale e la moda dell’epoca. Le attività commerciali e artigianali sono rappresentate con cura, con botteghe di ogni genere, da falegnami a fabbri, da pescivendoli a venditori di frutta e verdura. La presenza di musicisti, cantanti e artisti di strada aggiunge un tocco di vivacità e divertimento alle scene, mentre i mendicanti e i poveri richiamano l’attenzione sulla disparità sociale presente nella Napoli del tempo. Le feste religiose e le processioni sono spesso ritratte con grande enfasi, evidenziando l’importanza della fede cattolica nella vita quotidiana della città. Inoltre, le scene di vita domestica mostrano famiglie riunite intorno a tavole imbandite, con cibo abbondante e atmosfera festosa. In questo modo, il presepe napoletano non solo celebra la Natività di Gesù, ma funge anche da finestra aperta su un’epoca passata, offrendo uno spaccato affascinante della storia e della cultura di Napoli nel XVI e XVII secolo.

Il culto è da attribuire a Gaetano da Thiene che, in pieno Settecento e ispirandosi al primo presepe di San Francesco, decide di arricchirlo di personaggi comuni, presenti nella vita quotidiana che invade le vivaci strade e vicoletti napoletani.
Il suo intento principale è quello di mettere in scena la dicotomia perfetta tra il sacro dato dalla venuta di Gesù, con altrettanti personaggi e luoghi venerabili, e il profano, dato da luoghi e personaggi che celano vizi e corruttibilità.
Questo nuovo tipo di presepe, molto più ricco e suggestivo, conosce per tutto il Settecento e una piccola parte dell’Ottocento un successo enorme e non solo in Campania.
Tantissime saranno infatti le regioni italiane che trarranno ispirazione dal presepe napoletano, portando nelle loro case delle nuove versioni e rivisitazioni.

Le più importanti rappresentazioni presepiali di Napoli

Sono tantissimi i presepi napoletani creati nei decenni e conservati nei principali siti turistici presenti in Campania. Ecco una lista dei più famosi:

  • Il presepe presente in una delle sale della Reggia di Caserta, tra i più grandi mai creati
  • Cuciniello, presepe che si trova al Museo nazionale di San Martino
  • Il presepe dell’Abbazia di Montevergine
  • SEME, il presepe più piccolo del mondo ubicato a Castellammare di Stabia
  • Il presepe presente nel Museo Irpino ad Avellino

Alcuni presepi napoletani si possono trovare anche tra i più importanti musei del mondo:

  • Museo nazionale bavarese, a Monaco di Baviera
  • Museo di Arte sacra, a San Paolo del Brasile
  • Metropolitan Museum di New York
  • Museo delle Belle Arti di Rouen

I personaggi più importanti del presepe napoletano

Sono molte le statuette simboliche che non dovrebbero mai mancare in un presepe napoletano tradizionale. Oltre a Ciccibacco, gli altri personaggi immancabili sono:

  • Il pastore della meraviglia: viene posto quasi sempre vicino la Grotta, perché è il pastore che con gioia e stupore assiste alla nascita di Gesù; viene spesso raffigurato con braccia e bocca aperte.
  • Benino: viene spesso rappresentato al suo risveglio, nel momento in cui racconta di aver sognato la nascita di Gesù; è considerata la statuina principale del presepe napoletano.
  • I venditori di cibo: sono sempre dodici, perché ognuno simboleggia un determinato mese dell’anno in cui vengono prodotte e distribuite le loro merci.
  • La zingara: simbolo della premonizione della nascita del Bambino.
  • Il pescatore e il cacciatore: allegorie rispettivamente della vita e della morte.
  • Le lavandaie: coloro che accudiscono Maria.

San Gregorio Armeno: la via dei presepi

San Gregorio Armeno è una delle strade principali e più antiche di tutta Napoli che ospita decine di botteghe che producono presepi e statuette presepiali artigianali da ormai numerose generazioni.

Questa famosa e lunga via è conosciuta in tutto il mondo e vede ogni anno migliaia e migliaia di turisti, incuriositi da quest’arte antica e affascinante. La strada è infatti quasi sempre affollata, a qualsiasi giorno e qualsiasi orario.

Le botteghe di presepi artigianali non aprono e mostrano le loro opere solo nel periodo natalizio, anzi, è possibile vedere questi piccoli gioielli in qualsiasi periodo dell’anno.

Trovare qui esempi classici di statuette presepiali è la regola, sicuramente vi imbatterete in Ciccibacco, Benino, la zingara e tanti altri personaggi simbolici del presepe; ma canoniche sono anche le statuette dei personaggi più famosi della storia di Napoli:  Pino Daniele, Totò, i fratelli De Filippo, i principali calciatori della storia del Napoli quali Maradona e Lavezzi, e tanti altri.

I materiali usati per costruire il presepe tradizionale a Napoli

I mastri presepai napoletani impiegano nelle proprie opere d’arte materiali tradizionali che conferiscono ad ogni presepe un carattere unico e autentico. Tra i materiali più comuni utilizzati per costruire questi presepi ci sono il legno, la terracotta, il gesso e la carta pesta. Il legno viene scolpito e modellato per creare le strutture degli edifici, gli arredi e i dettagli architettonici delle scene. La terracotta è spesso impiegata per modellare le figure umane e gli animali, offrendo la possibilità di creare dettagli fini e espressioni realistiche. Il gesso viene utilizzato per creare gli elementi decorativi e le sculture ornamentali che arricchiscono le scene, come colonne, statue e fontane. La carta pesta è un materiale leggero e flessibile che viene modellato per creare le vesti dei personaggi, i panni stesi ad asciugare, e altri dettagli intricati. Oltre a questi materiali principali, i presepi napoletani possono includere una varietà di altri elementi decorativi, come muschio, sabbia, piccoli sassi e materiali naturali, che aggiungono realismo e texture alle scene. L’uso sapiente di questi materiali conferisce ai presepi napoletani la loro bellezza distintiva e la loro capacità di trasportare gli spettatori in un mondo incantato e suggestivo, ricco di tradizione e cultura artigianale.

Che significa “me pare Ciccibacco ‘ncoppa ‘a votta”?

Ciccibacco è una delle figure più curiose del presepe napoletano: il suo nome si divide in due parti, rispettivamente Cicci, che è il diminutivo di Francesco, il nome più diffuso a Napoli, e Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza, ultima reminiscenza del paganesimo napoletano.

La sua figura controversa, al limite del profano, ha portato alla creazione di detti quali: “Me pare Ciccibacco ‘ncoppa ‘a votta!”, letteralmente “Sembri Ciccibacco seduto sulla botte”, che riprende la posizione classica di questo personaggio all’interno del presepe, seduto sulla botte, ubriaco e con il fiasco sempre a portata di mano, e vuole indicare una persona che ha bevuto un po’ troppo e quindi alticcia, a mo’ di sfottò.

Il Ciccibacco in copertina è dei mastri presepai Rosario e Gennaro Di Virgilio

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