Profumato e avvolgente, il brodo di polpo napoletano è molto più di un semplice piatto: è il thè dei napoletani, un viaggio nei secoli, un legame profondo tra Napoli e il suo mare.
Questa specialità antica, che ancora oggi evoca i vicoli brulicanti della città, ha origini lontane, intrecciando cultura e tradizione popolare in un sapore unico e inconfondibile.
La Storia: Dai Greci a Matilde Serao
Il brodo di polpo napoletano , ‘o bror ‘e purpo in dialetto napoletano, è un simbolo culinario che affonda le sue radici nella storia antica di Napoli, con probabili influenze greche. Documenti storici come una lettera del 1339 di Giovanni Boccaccio narrano di questa pietanza già apprezzata nel Medioevo, usata per celebrare eventi speciali.
Matilde Serao, nel suo celebre libro Il Ventre di Napoli, descrive le donne che, nei vicoli della città, cucinavano il polpo nei loro piccoli pentoloni per sfamare i passanti.
Queste “spicaiuole” vendevano il brodo caldo condito con peperone fortissimo, regalando ai napoletani un momento di ristoro semplice e saporito. Oggi, questa immagine romantica è quasi del tutto scomparsa, ma il brodo di polpo continua a evocare l’essenza della Napoli popolare.
La Ricetta della tradizione napoletana
Ingredienti per un brodo di polpo napoletano per 4 persone:
- 1 polpo verace (2-2,5 kg)
- 500 ml di acqua
- Sale
- Pepe nero macinato fresco
- Un mazzetto di prezzemolo
Preparazione:
Pulite il polpo con cura e, tenendolo per la testa, immergete i tentacoli nell’acqua bollente per tre volte, per farli arricciare. Poi, immergete completamente il polpo e fatelo cuocere per circa 50 minuti. Una volta terminata la cottura, lasciatelo riposare nella sua acqua per altri 5 minuti.
Rimuovete il polpo e servite il brodo in tazze di porcellana, aggiungendo i tentacoli tagliati a pezzetti. La semplicità degli ingredienti esalta il sapore autentico del mare, rendendo il brodo un vero e proprio elisir.
Tradizione e Simbologia
Il brodo di polpo non è solo un piatto, ma un rito. Anticamente, veniva servito in tazze o bicchieri, da cui spuntava la “ranfetella”, il tentacolo simbolico che stimolava il palato e la curiosità.
E’ un piatto tipicamente invernale che si consuma a Napoli da novembre fino in primavera. Il polpo viene cotto in 33 litri d’acqua per 33 minuti, anche questo un simbolo religioso.
In inverno, il brodo caldo riscaldava i napoletani come un “punch di mare”, contrapposto ai bevitori di vin brulè del nord Italia.
Una variante del brodo di polipo viene chiamata ‘o russ e consiste nell’aggiunta di un olio molto piccante al brodo. Per veri intenditori.
Questo piatto povero è diventato un simbolo di resilienza e creatività culinaria, unendo il popolo in un’esperienza sensoriale e culturale.
A Napoli veniva consumato per strada soprattutto d’inverno, buttando giù questa bevanda calda e nutriente per proteggersi dal freddo.
Dove Gustarlo Oggi
Nonostante le rigide normative igieniche abbiano quasi eliminato i venditori ambulanti, è ancora possibile assaporare il brodo di polpo in alcuni luoghi iconici di Napoli:
- A Figlia d’ò Luciano (Piazza Enrico de Nicola, 38): Un ristorante che conserva l’autenticità della tradizione, noto anche per il polpo alla Luciana e la zuppa di cozze.
- A Figlia d’ò Marenaro (Via Foria, 180/182): Fondato nel 1943, questo locale offre un brodo ricco e saporito.
- Raffaele Criscuolo : ha un chioschetto a Via Foria tradizione tramandata da suo padre Alfonso
- Chiosco di Raffaele ‘Ò Mericano (Via Foria): Un piccolo chiosco dove il pentolone fumante è ancora il protagonista.
- Pescheria Addo’ Figlio ‘e Carlucciello (Via Cesare Rosaroll, 140): Una pescheria con cucina che offre questa specialità e molte altre pietanze di mare.
- Lello a Foria è un altro grande interprete del brodo di polpo partenopeo ed è stato anche intervistato dal mio amico Amedeo Colella in questo video:
Consigli per la Degustazione
Il brodo di polpo va gustato caldo, quasi bollente, per apprezzarne appieno i sapori marini. Accompagnatelo con pane casereccio abbrustolito o fritto, che può essere intinto nel brodo per esaltarne la sapidità. Un tocco di peperoncino fresco aggiunge una piacevole nota piccante, mentre una spruzzata di limone dona freschezza.
Tradizionalmente, il brodo viene sorseggiato direttamente dalla tazza, per un’esperienza autentica e coinvolgente.
Curiosità
Un aneddoto interessante è legato al grande scrittore Giuseppe Marotta, che descrisse il brodo di polpo come un “tè marino”. La sua narrazione poetica evoca un sapore che sa di scoglio, alga e mitologia greca, un concentrato di mare che sfida i palati più audaci.
Questo piatto rappresenta non solo una tradizione culinaria, ma anche un legame indissolubile con il territorio e le sue radici culturali.